lunedì 8 ottobre 2012

Giappone 2012 - Gara

Avete presente il concetto di specchio riflesso? Più o meno il meccanismo è questo: si punta in avanti ma un evento imprevisto interviene sul percorso tanto da deviare il flusso per rispedirlo indietro. Questo è grossomodo quello al quale abbiamo assistito oggi.
Una volta schierati sulla griglia di partenza le ditina del pilota-fattucchiere in rosso hanno incominciato a muoversi: la strategia è semplice, esattamente la stessa delle ultime due volte. Far fuori tutti quelli davanti e arrivare quantomeno sul podio. Un paio di posizioni sono già state guadagnate grazie a penalità varie, l'obiettivo sembra assolutamente a portata di mano. Probabilmente in tutto questo ha contribuito una strana coincidenza di flussi. Nell'aria era già presente prima di tutto l'ira furibonda di tutti i ferraristi rivolta contro Raikkonen, reo di essersi capottato su se stesso con malcelato tempismo nella giornata di ieri: proprio quando Alonso strava facendo il suo miglior tempo, andato a buca a causa delle bandiere gialle esposte per l'occasione. Secondo flusso è dato dalla strabiliante coincidenza che esattamente 5 anni fa, il 7 ottobre 2007, lo stesso Raikkonen stava vincendo il Gran Premio di Cina, proprio a bordo di una Ferrari. Oggi, 5 anni dopo, siamo nel bel mezzo di una 2 giorni di odio astio viscerale contro il finlandese che, probabilmente, avrà risposto alle accuse con un sentito ...vabbè! Tutto questo ha prodotto un concentrato di forze uguali e contrarie che hanno portato lo spagnolo a fare le sabbiature.
Che poi parliamoci chiaro, se in questo mondiale di Formula 1 caratterizzato dalle sanzioni inutili ed ingiuste, distruibuite ad occhi chiusi, Raikkonen non è stato neanche preso in considerazione un motivo ci sarà. Se Domenicali al microfono non ha urlato al complotto un motivo ci sarà. Certamente impressionante sarà l'immagine di Alonso che solleva ed attraversa una nuvola di sabbia, ma l'origine del tutto si è verificata qualche istante prima, quando, il buono e giusto ferrarista andando dritto come un fuso da destra a sinistra alla ricerca della posizione impossibile per poco non ha spinto fuori pista lo stesso Raikkonen, il quale, ha anche lui prodotto una piccola nuvola di polvere.
Protagonista  di questa partenza, in ogni caso, non è stato lui ma (tanto per cambiare) Grosjean (al quale, premetto già, dedicherò il "domani è un altro giorno" di quest'anno una volta che sarà concluso il campionato) capace questa volta di mandare fuori dai giochi, in un colpo solo, Rosberg e Webber. Il primo gli ha dedicato un video sul suo canale YT lungo 22 secondi, così come la sua gara di oggi, il secondo ha mosso critiche più o meno velate affermando che è stata una partenza da pazzo, che non ci si spiega come mai uno con le sue capacità alla guida sia finito addirittura in formula 1 e che avrebbe bisogno di un'altra vacanza. Dove per vacanza si intende sospensione. Per ora, comunque, accumula solo una penalità a 10 secondi di sosta ai box.
Per gli manti delle azioni simboliche, al sesto giro un sorpasso che merita sicuramente di entrare in questa categoria: Perez ai danni di Hamilton che, a questo fine, pareva quasi essersi scostato apposta. Se vi chiedeste come mai nella foto qui a lato una macchina sia a fuoco e l'altra no, giuro che non saprei dare risposta: forse Perez è un vampiro. In ogni caso a poca distanza da questo momento il pilota messicano finirà la sua corsa anzitempo, spero per la McLaren che anche questa non fosse una premonizione.
Ultimo ma non ultimo argomento di cui parlare: la vittoria di Vettel. Gaudente come non mai è riuscito quest'oggi a toccare il gradino più alto del podio e a portare a casa un traguardo più grande di quello che mai si sarebbe auspicato: la rimonta quasi totale del ritardo nei confronti di Alonso in prospettiva mondiale. Con lo spagnolo fuori dai giochi, i 25 punti intascati dal giovane tedesco lo portano a soli 4 punti di distanza con cinque gare ancora da percorrere. Un ritardo è sempre un ritardo, se il mondiale fosse finito oggi certamente assegnerebbe in terzo titolo mondiale a qualcun altro, a questo punto è chiaro però che, almeno da questo punto di vista è ancora tutto possibile. Scarse, per non dire nulle, ormai, le speranze iridate dei due giovani rampolli McLaren e per il finlandese della Lotus, i quali, però, fanno finta di crederci ancora per un po'.
Ah sì, c'è anche il fatto che Massa (con circa 20 secondi di ritardo) sia arrivato sul podio e sia riuscito, in questo modo, ad ipotecare ancora per un po' quel seggiolino. Aggiungo solo che, una volta arrivato sul podio è anche riuscito ad inciampare.
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