mercoledì 27 agosto 2014

Belgio 2014 - Gara

Fu così che all'improvviso mi fu tutto chiaro. Ci siamo sbagliati fin dall'inizio e c'è qualcuno che si fa beffe di noi. Non ho mai ritenuto Ricciardo come uno capace di vincere. Intendo vincere sul serio, senza colpi di fortuna, immense sciagure capitate rigorosamente agli altri o altre faccende del genere. Poi capita che si porti a casa la terza gara dell'anno, unico non Mercedes ad avdrcela fatta... E senza la scusa della vettura che ha un potenziale in più di tutti gli altri. Alla faccia di Vettel che ormai cambia pannolini per professione e di tutta questa faccenda dell formula 1 pare non farsene più molto. Alla faccia di Hamilton che, nonostante tutto, ancora una volta si è trovato a tornare a casa a piedi. Alla faccia di Alonso, non so bene per quale ragione ma se non lo nomino almeno una volta a post poi pare che io non ce l'abbia più con lui. Siamo qui, ad sette gare dalla fine e Ricciardo ha 64 punti di differenzadalla vetta della classifica. Che è di Rosberg. 
Ciò che immagino è una sorta di colpo gobbo alla Vettel 2010. O alla Raikkonen 2007. Insomma: una via di mezzo tra "tra i due litiganti, il terzo gode", di cui Hamilton e Alonso hanno ancora memoria, ed un "e questo da dove è spuntato", classico dell'anno 2010, quando vinse Vettel, ma nessuno si era accorto, fino a due minuti prima, che ci fosse anche lui a lottare per il titolo. Qualcuno lo aveva preso per la mascotte di Webber, altri per "il raccomandato da Schumacher". Poi ce lo siamo tenuto tra i piedi per 4 anni di fila. Anche quando Ricciardo è arrivato in Red Bull pensavamo tutti che sarebbe finito a fare il tirapiedi di Vettel. Invece è già finito sul gradino più alto del podio per ben 3 volte in più. Che se si considera che il numero di volte del povero Sebastian è ancora pari a zero, questo non pare proprio farci una bella figura.
La faccenda in gara è andata più o meno così.
Hamilton parte dalla seconda piazza, la pole ancora una volta è di Rosberg ma, lì per lì, questo non pare portargli buono. Hamilton lo batte in partenza, Rosberg lo batte, nel senso più letterale del termine, lo colpisce, al secondo giro in un maldestro tentativo di sorpasso. Da quel momento è tutto un piangere "Nico mi ha colpito!". Il poveretto ci rimane male, gli si buca una gomma e passano le calende greche prima che riesca, in quello stato, a raggiungere il box e cambiare gli pneumatici. Nel frattempo sparpaglia pezzi di copertone a destra e a manca, così, come se niente fosse. Tornato in pista il miracolo pare difficile da realizzare: i danni sono più di quelli che appaiono e non gli resterà altro da fare che arrancare per un po', lamentarsi perchè vuole farla finita, sentirsi dire che deve rimanere in pista se non vuole che gli taglino in due anche lo stipendio, ritirarsi poco prima della fine avendo ormai chiaro che non sarebbe arrivata alcuna safety car a stravolgere la situazione. 
Rosberg, anche se davanti, non se la passa meglio. L'incidente comunque gli ha danneggiato l'alettone ma, a conti fatti, su una seconda piazza, di questi tempi non ci si sputa neanche sopra. Torna ad avere una gara abbondante di vantaggio sul compagno di squadra, vantaggio che, a conti fatti, e vista l'ultima gara a doppio punteggio, tuttavia, ancora non significa un accidente. Soprattutto data l'affidabilità garantita dalla vettura, alla quale non si riesce a mettere una pezza. 

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