lunedì 19 ottobre 2015

I 10 fatti buffi di Russia 2015

1) Grosjean vs le barriere di nuova generazione. Per un attimo, ma dico solo per un attimo, il mondo intero deve essersi convinto che Grosjean ne avesse fatta un'altra delle sue. Una piccola percentuale, inoltre, guardando il colore della vettura, deve aver pensato che fosse Maldonado. In ogni caso, anche quelli focalizzati sul pilota giusto non avrebbero mai potuto immaginare che alla base di tutto non ci fosse un errore del pilota di autoscontri: sarà la fama che lo precede. In realtà i dubbi si sono chiariti in fretta: ha perso il controllo della vettura dopo la rottura de... [inserire qua a piacimento un elemento tecnico di cui nessuno conosce esattamente forma, colore, dimensione ed utulità ma che fa tanto figo pronunciare al bar con gli amici con le mani sporche di grasso] e ringraziamo tutti il cielo, le stelle, le galassie o qualunque altra cosa di più o meno reale \ vissuto \ vivente o quello che ne posso sapere io delle vostre credenze, che sia uscito da quella nube tossica con le proprie gambe. Un po' zoppicando, ma con le proprie gambe.

2) Alonso vs la 250 gara della mala suerte. Quando Alonso è giunto in Russia ogni sua parola pareva essere galvanizzata e rinvigorita da una certa linfa vitale ritrovata. Dalla sua parte un paio di circostanze positive: il 250esimo Gp in carriera, occasione ghiotta per chi intende parlare e far parlare di sé, celebrando ed omaggiando la sua persona a più non posso. Sì, perchè qualcosa come 10 anni fa ha vinto 2 titoli mondiali. Seconda circostanza è sicuramente il grande gossippone dell'anno, quello che lo vorrebbe voler fare armi e bagagli dalla McLaren per traslare altrove, dove non si sa, ma altrove. Ovviamente tutte voci che è lui stesso a mettere in giro sottobanco, con la stessa insistenza con cui poi, davanti alle telecamere, è intento a ribadire che nulla sia vero, che la sua voglia di andare avanti è più forte che mai. Che sia vero o che sia falso, questo per ora non è dato saperlo, nel frattempo però si è rinnovata l'attenzione dei media nei suoi confronti, e lui gongola. Tutto questo si accompagnavano ad una certezza, basata su non si sa cosa, ma una certezza: le vetture avrebbero stupito tutti, il potenziale c'era, la voglia anche. Poi invece in qualifica non ha superato la Q1, con 35 posizioni di arretramento in griglia grazie alle solite penalità, ecco fatto che la partenza dall'ultima fila rendeva l'intera situazione non molto diversa da quella che si è vista fino a questo momento del campionato. Tranne per il dettaglio che, nello stesso momento Button partiva 13esimo in griglia. 
Dopo una gara in salita, quasi riuscito ad acciuffare il suo compagno di squadra in prestazioni, varcata la zona punti per merito altrui, almeno una piccola soddisfazione pareva essere raggiunta: un misero, modesto ma tanto raro punticino da aggiungere alla collezione iridata della stagione. Invece no: altra penalizzazione giunta post-gara per un infrazione in gara. Declassato in 11° piazza, senza punti e senza onore.
Si deve tuttavia aggiungere, alla lista delle citazioni da Team-radio che vorrebbero entrare negli annali della Formula 1 la perla del giorno:
 "Fernando, we are racing Massa until the end"
"Ha - I love your sense of humour..."
3) Jenson Button vs la buena suerte. Non più di una gara fa lo si dava per sconfitto: lo zimbello del team, all'ombra del più potente bimbo viziato voglio-tutto-io, pronto per la defenestrazione per raggiunti limiti d'età. Poi è andata che, sorprendentemente, è stata confermata la sua presenza nel circus per un altro anno... e nessun bimbo prodigio prenderà il suo posto. Fatti eccezionali che, dopo i festeggiamenti per il 250esimo GP del compagno di squadra a base di zuccheri, che evidentemente non assorbiva da un pezzo, lo hanno portato a compiere imprese miracolose nel corso del week end: Q2 in qualifica, ingresso dignitoso in zona punti... agevolato certamente, anche nel suo caso, da meriti altrui ma quantomeno punti che, anche a seguito delle decisioni post gara è riuscito a portasi a casa. Uno di quei week end tanto positivi che non li si vedevano da tempo. Gentilmente, nel frattempo, qualcuno potrebbe dirgli che se dimagrisce ancora un po' scompare? Grazie.

4) Rosberg vs le grandi sfighe della storia. Questo titolo mondiale non s'ha da fare. Per chi segue le mitiche imprese di Rosberg da almeno un decennio lo sa: quello che lo assilla sono sempre state le circostanze avverse della vita. L'essersi trovato sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, nel team giusto al momento sbagliato o nel team sbagliato al momento giusto. Insomma: non gliene è mai andata bene una... e la mala suerte lo insegue a grandi falcate. A questo giro il dilemma maggiore si chiama Lewis Hamilton, l'invincibile compagno di squadra che non gliene lascia passare una... ma anche i problemi tecnici casualmente sempre inferenti sulla sua persona non scherzano. 
A questo giro pareva che lui fosse riuscito a fare giusto tutto quello che era nella sua disponibilità: una pole position strappata, una partenza degna di questo nome, in grado di salvargli la posizione, anche dopo l'ingresso poco fortuito della Safety Car già al primo giro. La gara avrebbe potuto seriamente girare a proprio favore, ma come se non bastassero gli astri favorevoli a Lewis in questo preciso momento storico, a lui si piazza anche saturno contro. La vettura lo abbandona al suo misero destino... mentre Lewis vince e Vettel gli frega il secondo posto iridato. Altro?

5) Checo Perez vs il photo finnish. Quando Perez si è piazzato in terza piazza, nessuno, neanche lui, avrebbe seramente creduto di arrivare fino alla fine in quella posizione. Alcuni non hanno neanche capito come ci fosse arrivato sin lì... ma eravamo ancora tutti troppo sconvolti dalla fine rovinosa di Rosberg per porci altre domande. Sarà uno strano effetto dello strano gioco dei pit stop. Eppure Checo, giro dopo giro, verso la fine ci stava veramente rimanendo in terza piazza, ed era uno di quei momenti dove chiunque, anche il meno fan che si possa immaginare, ne è felice. Perchè sì, perchè sarebbe stato il podio non dei soliti noti, perchè sarebbe stato il traguado raggiunto di uno dei giovani, dei piccolini delle ultime file, degli sfigati di seconda linea, di quelli che solitamente fanno da contorno alla performance dei vip. Impossibile non immedesimarsi nella scena. Impossibile non essere felici per quello che stava accadendo... a meno di non essere Raikkonen, che quel podio ormai lo vedeva suo di diritto. Quando a pochi giri dalla fine quel terzo posto è diventato una quinta piazza i sogni sono andati ad infrangersi. Quando la quinta piazza è tornato ad essere un terzo posto si è esultato come se avesse vinto la gara. Oggi gli occhi sono tutti su di lui, sulla sua impresa, su quello che potrebbe essere sul serio il suo potenziale futuro: domani, ovviamente, di lui ci saremo già dimenticati e saremo tornati a parlare dei soliti noti. Ma è così che va il mondo, è così che dovrà andare.

6) Raikkonen vs Bottas. Quando a pochi giri dalla fine quel terzo posto è diventato una quinta piazza i sogni sono andati ad infrangersi. Quando la quinta piazza è tornato ad essere un terzo posto... Bottas ha visto rosso come i tori. Solo che non era un toro e l'altro, anche se era rosso, non era un matador, ma Kimi Raikkonen, fuori da ogni grazia di dio. Per qualche astrusa ragione, nel momento stesso in cui Rosberg è stato sbalzato fuori dai giochi, le Ferrari si sono ritenute legittimate a pretendere le posizioni sul podio divenute così disponibili. Vettel ha retto bene la propria posizione, ha fatto il proprio gioco, si è piazzato secondo e di lì nessuno ha osato smuoverlo. Raikkonen, per una serie di sfortunati eventi, si è trovato quintolo, come nella migliore tradizione ferrarista, e non c'è stato. O non ha capito che ci sarebbe dovuto stare. Punto. Ha preteso che l'unico altro finlandese in piazza si smaterializzasse... ma così non è stato. Superato Perez a pochissimi giri dalla fine le opzioni erano due: accontentarsi della quarta posizione o prendersi il podio. Siamo onesti: un podio non avrebbe assolutamente modificato nulla nella sua posizione: non ha bisogno dei punti iridati per vincere la coppa del nonno, non ha bisogno dei punti costruttori, già che il titolo è già stato vinto dalle Mercedes. Pur con una ai box. Però se lo è voluto prendere, Bottas non è stato d'accordo e, mentre uno è finito a muro, l'altro è tornato ad accodarsi a Perez con sanzioncina sul groppone da ereditare alla prossima gara.

7) Sainz vs le leggi della fisica. Sabato mattina si distrugge verso le barriere di nuova generazione. Qualcuno lo recupera con il cucchiaino, lo porta in ospedale e lo attacca ad una flebo. Lui non ci sta: stacca la flebo ed attacca twitter, si immortala con un pollice verso l'altro a dimostrare che sta bene, lo immortalano a guardarsi le qualifiche in TV come un ragazzo della sua età qualsiasi. Alla domenica non c'è verso di tenerlo fermo: vuole rimontare in macchina e lo fa: senza qualifica al suo attivo, in barba alle regole del 107% e tutti i suoi derivati, si piazza in ultima posizione, salvando così la faccia a Fernando Alonso e alle sue 35 pozioni di arretramento in griglia per aver smanettato ancora una volta un motore che non funzionerà meglio di prima. In gara ripeterà il copione: fuori pista, si distrugge contro le barriere di nuova generazione (dopo un recupero che entrerà negli annali probabilmente) ma, ancora una volta, torna a camminare con le proprie gambe. Parliamone: questa generazione post Chernobil ha qualcosa che non va... non può essere diversamente, perchè non è umanamente possibile. Non sono fatti di carne e ossa ma gomma e silicone.
8) Force India che vanno vs Force India che restano. E' la teoria dello Yin e dello Yang. C'è un po' di Force India in Sauber; c'è un po' di Sauber in Force India.

9) Barriere di nuova generazione vs barriere di vecchia generazione, che se sono andate bene fino ad oggi una ragione ci sarà pur stata. E quando le barriere di nuova generazione si mostrano con questa faccia, beh, lasciano proprio intendere che, forse, si stava meglio quando si stava peggio.

10) Congiunzioni astrali vs la conferenza stampa. Noi siamo abituati a pensare a questi piloti come a dei supereroi, a bordo delle loro vetture scintillanti. Degli eroi moderni, certamente, nulla di veramente "cavallo bianco in difesa della fanciulla nella torre", qualcosa più legato alla dimostrazione di valore e di prestigio che li eleva a superuomini. In realtà, alla base di tutto, c'è lo stesso esatto gene che contradistingue i nostri mariti, fidanzati, colleghi, amici: sono ragazzi, sono uomini, guidano bolidi a 300 km\h per i circuiti di mezzo mondo e non lo scooter da casa a lavoro, ma il concetto è quello, prima di tutto sono dei morti di figa a dignità zero, permettete il francesismo, come tutti gli altri. Divenuti incapaci di intendere e di volere, senza il minimo controllo della situazione, alla prima modella che gli è passata davanti. Ed è così che la conferenza stampa russa verrà ricordata negli annali, con la stampa che pone le domande e loro che "no scusa, mi sono distratto, cos'hai chiesto?" imbambolati come studentelli, tra risolini, battutine e sgomitate di compiacimento, davanti al parterre delle hostes.

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