lunedì 25 novembre 2013

Brasile 2013 - Gara

Le mie aspettative di pioggia vengono fortemente smentite: dopo almeno tre giorni di forti perturbazioni oggi dal cielo di San Paolo non scende più di una goccia. E comunque passa anche inosservata. La partenza è quindi delle più regolari che si possono avere... tranne per il dettaglio che, una volta tanto, è Vettel a non reggere la propria posizione in favore di Rosberg. Dietro anche Alonso viene battuto da Hamilton ma... vabbè, inutile dire che le cose torneranno nella norma dopo un giro, o giù di lì. Quando parlo della magia di San Paolo non è che dico cose a caso: finalmente una gara per la quale è valsa veramente la pena di mangiarsi almeno un paio di unghie, che ha portato a domandarsi se la situazione rimarrà invariata ancora per molto, a farti addirittura sperare che non succeda niente che sconvolga eccessivamente le carte in tavola.
Quando i giri compiuti sono contabili sulle dita di una mano sola primo colpo di scena: la Lotus di Grosjean fa fumo. Il motore esplode alla vecchia maniera, quando queste cose ancora accadevano. Lui ci mette un po' a darsela, affumica tutti quelli posti diestro di sè, poi parcheggia: bandiera gialla ma nessuno ne risente più di tanto. Tranne lui, ovviamente. Anche perchè per rientrare ai box è costretto a farsela di corsa ed in pista.
Mentre Alonso si scorna, e ben più di una volta, con Webber per ottenere la seconda posizione, che alla fine comunque non arraffa, Massa scopre commi del regolamento che nessuno conosceva: non si può superare la linea bianca dell'ingresso ai box con tutte le quattro ruote. Ovviamente se poi non entri veramente. In quel momento è in gara con Hamilton che cerca di stargli alle calcagna, mentre lui non riesce a fuggire più di tanto. Si gode la sua quarta posizione quando, dalle cuffie, una vocina gli comunica che è obbligato al drive trought. Lui protesta, scalcia, si dimena, chiede se per cortesia può rientrare Alonso, cercando di passare inosservato, ma purtroppo per Lui le cose vanno male: dalla quarta posizione scivola all'ottava. E lì ci resta.
Questa faccenda della linea bianca non è chiara a nessuno, Giancarlo Mazzoni interroga Ivan Capelli. Ivan Capelli passa la palla all'ing. Bruno che, anche lui, dopo qualche tentennamento, e dopo aver provato a passare la palla a sua volta ad Ettore Giovannelli, ha abbastanza tempo per spolverare il regolamento ed andare a leggere che non è vietato in assoluto scavalcare la linea che immette alla corsia dei box, ma solo la parte finale, dove dovrebbe iniziare la decelerazione... e comunque, sempre a quanto pare, vieni punito con drive trough se di questa bravata te ne avvantaggi nella battaglia con qualcun'altro. Altri piloti sono stati qua e la ammoniti ed avvisati di non passare più sulla linea... ed è partita l'operazione complotto! E' tutto un grande complotto contro la Ferrari, sì certo.
Venne poi il momento anche per Hamilton di tornare a fare guai, senza neanche rendersene conto. Il tutto compiendo ben un doppiaggio nei confronti di Bottas che, colpito nella parte anteriore della vettura da quella dell'inglese, si troverà a raccogliere violette facendo zompettare qua e la la gomma. Nello stesso tempo, anche Hamilton, spappola la sua gomma: per lui un giro a tre zampe per tornare ai box e, poco dopo, un drive trough di penalità. Questo porterà lui fuori dalla zona punti e quelli del cavallino zompettante ad urlare di gioia alla sola idea che quei fessacchiotti della Mercedes si fossero autodistrutti e fosse così possibile per loro, ancora, acciuffare il secondo posto nella classifica costruttori. Inutile dire che, in poco tempo, Hamilton rimonterà e, nonostante gli scarsi risultati anche di Rosberg, per loro questo sarà sufficiente. Io sinceramente sarei molto dubbiosa circa l'opportunità di infliggere anche questa penalità ad Hamilton ma, vabbè, già che è finito bene ciò che poteva finire bene, direi che è possibile anche risparmiarsi di sindacare ogni cosa.
Venne anche il momento in cui la Red Bull incominciò a mostrare qualche segno di cedimento: forse hanno soltanto abbassato la guardia rilassandosi un po' troppo, forse avevano solo la vista annebbiata dalla stanchezza ma, segnamocelo sul calendario, anche in RedBull hanno clamorosamente mancato un pit stop! Anzi, due, a momenti. Cose del tipo che hanno richiamato Vettel, ma non gli hanno fatto trovare le gomme... ed anche Webber si è dovuto accodare. Cosa che avrebbe potuto veramente portare, addirittura, Alonso a vincere. Cosa che Alonso (e la Ferrari) non riescono a vincere neanche a seguito dell'autosabotaggio di entrambe le vetture che si ritrova davanti.
Disposti a stupire tutti con ecclatanti effetti speciali sono apparsi, senza se e senza ma, i due piloti McLaren. Entrambi si sono piazzati malissimo: Button 15°, ma partito 14 solo grazie all'autodistruzione di Perez contro il muro che lo ha costretto, giusto per aggravare un po' la situazione, a cambiare mezza macchina e ad arretrare per questo motivo di altre 5 posizioni. Roba da finire tra una Caterham e l'altra. Tutto questo non prometteva, tanto per cambiare - direi a questo punto - niente di buono finchè... come se niente fosse, ci hanno lasciato tutti a bocca aperta. Neanche il tempo di partire che Button già si trovava in zona punti. Più tardi qualcuno spiegherà che lui, fin dal giorno prima ovviamente, aveva optato per un assetto della vettura da asciutto... che non ha pagato molto in qualifica ma che, in gara, posticino dopo posticino, sorpasso dopo sorpasso, lo ho spinto, per la prima volta in questa stagione, in quarta posizione. Poco più dietro Perez che, meglio tardi che mai, ha avuto modo di tastare le potenzialità della vettura. Ragazzi, detto tra di noi, dove siete stati nelle ultime 20 gare?

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