giovedì 10 settembre 2015

I 10 fatti buffi di Italia 2015

1) Hamilton vs "those last few laps weren't cool man". Si è arrivato ad un certo punto del gran premio d'Italia dove Nonno Libero avrebbe avuto ruolo in campo: una parola è troppo e due sono poche. Dal muretto Mercedes più criptici che mai intimano ad Hamilton, già in vantaggio di 6 lune e mezza sul secondo piazzato, di aumentare ancora un po' il suo vantaggio... così, giusto per non annoiarsi. Ad Hamilton però non piace molto fare quello che gli dicono senza capire il perchè: e polemizza. Chiede lumi, non coglie il sottile messaggio che tentano di inviargli: "te lo dico dopo" insisteva l'ingegnere al muretto... ma lui ancora non capiva. Alla fine ha obbedito, ma non ha capito. Qualche giro dopo il motore di Rosberg va in fumo e dal muretto iniziano ad avere un po' la coda di paglia: rallenta, non prendere rischi e punta alla bandiera a scacchi. A quel punto Hamilton non ci capisce più niente: ma come? Fino a poco prima doveva tirarci come i matti e ora improvvisamente va bene così? Lo stanno prendendo in giro in diretta mondiale? "Te lo dico dopo". Giunti alla bandiera a scacchi una sola osservazione gli impedisce di godersi immediatamente la gioia della vittoria "non è stato bello, amico". "te lo dico dopoooo"
2) Raikkonen vs una falsa partenza. Se sei in prima fila e tutti quelli dietro di te si muovono, partono e ti circondano, mentre te continui a rimanere fermo al palo, forse la fortuna è quella di non essere stato centrato in pieno da un Maldonado qualsiasi.
3) Raikkonen vs Merhi, è andata via... o almeno quasi. Ingresso ai box burrascoso, per poco non concluososi un po' come in Canada 2011 per Raikkonen. L'altro protagonista della situazione non è più Hamilton, che nel frattempo pare aver messo la testa a posto, salvo per quel che riguarda la capigliatura, di cui comunque ci occuperemo tra un po', ma Merhi, quello alto che guida una Manor. Nient'altro sulla sua biografia. Raikkonen rallenta molto prima del limite per entrare ai box, Merhi arriva da dietro... e non si capisce bene se non si aspettasse di trovarlo lì, se non l'avesse visto sino all'ultimo o cos'altro gli diceva il cervello. Per poco non lo prende in pieno, per noi solo un attimo di spettacolo e di attenzione riposta all'andamento della gara sonnolenta.
4) Rosberg vs la mala suerte in tutte le lingue del mondo. C'è una cosa che gli invidio (oggi): la possibilità, all'occorrenza, di elencare parolacce in sei lingue diverse. Noi comuni cristiani, negli attimi di agito, possiamo iniziare a tirare giù tutti i cristi a nostra disposizione, magari senza un preciso ordine... ma di certo dopo un po' finiscono lì, oppure dobbiamo iniziare il giro da capo. Lui può tirare avanti almeno sei volte più a lungo, come i Rotoloni Regina, per le situazioni più complicate, come si è rivelata per lui la gara italiana. Partito sin da subito con il piede sbagliato, l'unità motore che gli dovevano montare non è andata bene, si torna al vecchio... mentre Hamilton non ha gli stessi problemi e può procedere con il motore nuovo di zecca. In qualifica paiono già ravvisarsi tutti i limiti dati dall'handicap, in gara difficilmente riesce a fare la differenza. Un motore vecchio e rattoppato Mercedes più o meno rende quanto uno in buono stato Ferrari... a fatica riesce a recuperare un podio e, con le unghie e con i denti, tenta anche la sua scalata quando, sul più bello... PUFF! Tutto a fuoco, costretto al ritiro, mentre Hamilton va a vincere tronfio di tutti i suoi vantaggi. 
5) Maldonado vs la bandiera a scacchi. La saga continua. Questa volta il rientro ai box ha seguito di pochi istanti lo spegnimento dei semafori, la partenza e l'incidente capottato di Grosjean. Cosa gli sia successo non è chiaro a nessuno, e non è stato immortalato dalle telecamere. Direi che comunque non fa la differenza.
6) Alonso vs la mala suerte. Dopo le glorie ungheresi, qua pare essere tornati tutti in modalità remi in barca. 105 posizioni di arretramento in griglia in belgio, una decina su suolo italico, giusto per non perdere mai l'abitudine, ed ancora le cose non vanno: ma se non lo avessero manonesso, allora cosa sarebbe successo? Misteri della fede. A Monza comunque le cose gli vanno quasi peggio del solito: nella terra in cui era ormai abituato ad essere venerato per il solo fatto di esistere, oggi ormai snobbato in favore di Vettel, si è ritrovato impossibilitato a regger testa all'unica vettura con cui ormai gli è concesso competere: quella del suo compagno di squadra. Difficile avere a che fare con qualcun'altro quando ormai anche le Manor sono solite partire piazzate meglio in griglia.
Qualificatosi dietro, partito peggio, soltanto verso il termine della gara, quando anche Button aveva già perso tutto quello che c'era da perdere in fatto di tempi rispetto a quelli che lo precedevano, Alonso è parso riuscire ad avvicinarsi abbastanza da tentare un sorpasso. Ma lo sappiamo tutti che Alonso non sa sorpassare... quindi rientra ai box e si ritira. Fine dei giochi. 
7) Button vs una sorte sciagurata. Non si può dire che non ci abbia provato, perchè in fondo anche lui ci sa fare. Ha provato a partire bene e piazzarsi in zona punti ancor prima del primo giro, ha provato a tener testa ai giovanotti arrembanti alle sue spalle, ha provato a compiere dei sorpassi, così come ha tentato una battaglietta fugace con il suo compagno di squadra, convinto di poterlo sorpassare. Nessuna gioia gli è stata concessa: nessun lusso. Sbattuto nelle retrovie, come un pilota Manor qualsiasi. In compenso in McLaren gli hanno promesso che entro un paio di settimane gli riveleranno cosa hanno intenzione di farne di lui e che, al momento, è il favorito tra gli aspiranti al seggiolino. Se la vogliamo buttare in caciara, quest'anno sarei pronta a scommettere che lo pensionano.
8) Mazzoni vs sono solo capelli. Non Ivan. Alla fine dei giochi, per Mazzoni, il Gran Premio di Monza si è ridotto ad essere solo il lasso di tempo compreso tra la partenza ed il momento in cui Lewis avrebbe mostrato al mondo i suoi nuovi capelli. Un ossessione che va al di là di ogni ragionevolezza. Sia chiaro: anch'io ho parlato dei capelli color platino di Hamilton, l'ho inquadrato come il metodo della settimana che Lewis ha escogitato per far parlare di sé. Poi però Mazzoni dietro a questa vicenda ci ha montato su un castello, ha mandato Ettore Giovanelli ad indagare, ha chiesto ingiro se qualcuno avesse scorto almeno la forma (la forma?), il taglio (Il taglio?)... ci ha riportato la dichiarazione clou dell'intero week end: si toglierà il cappellino solo se vincerà questa gara. Ed ogni mossa, ogni strategia Mercedes, ogni rientro ai box, ogni rischio corso da Lewis in pista, si è rivelato essere solo ciò che lo teneva lontano dalla sublime visione. Poi però la gara Hamilton la ha vinta per davvero, è giunto nella stanzetta pre-podio e si è tolto il casco. Sotto, indovinate un po'?, c'erano solo capelli, biondi, non di più non di meno di quanto si era già potuto immaginare sino ad un istante prima. Mazzoni, lascia che te lo dica: sono solo capelli. Non Ivan. Capelli decolorati, piuttosto bene se mi posso permettere, risultando decisamente platino e privi di riflessi arancioni, ma ci sarebbe stato da scommetterci che non se li era fatti fare dal cinese sotto casa (dubito che ci siano saloni cinesi taglio epiega 15 euro sotto casa sua) ma da qualcuno non tirchio di tonalizzante blu. Poi però, quei capelli, proprio quelli biondi che ti stanno entusiasmando tanto, cresceranno di nuovo. magari li dovrà rasare perchè decolorandoli a quel modo, minimo, se li è bruciati completamente, oppure lo vedremo girare per il mondo con una bella ricrescita modello Shakira. Altro che Rihanna. Però saranno solo capelli, in ogni caso nulla di definitivo. Li taglierà, li ricolorerà, ma loro continueranno sempre a crescere e tornare come prima senza farsi troppi problemi.
9) Verstappen vs le correnti d'aria. Giornata turbolenta quella del sabato a casa Toro Rosso. Lo sa bene il piccolo Verstappen, ancora una volta finito a letto senza cena, che non è riuscito neanche per sbaglio a scendere in pista in tempo per fare "un tempo" in Q1 ma, sbattuto fuori pochi istanti prima della bandiera a scacchi, giusto per vedere se la macchina reggeva... ma dimostrato chiaramente che... NO. La macchina non avrebbe retto. Non solo a letto senza tempo cronometrato e senza cena... ma con qualche posizioncina di arretramento in griglia (che di sti tempi non la si nega a nessuno) per la situazione di panico creata in pista così, giusto come condimento di una domenica di gara che, alla fine, è andata. Meglio di niente. 
10) Monza vs Cani e porci ai box.Come tra tradizione monzese: ai box un po' cani e porci. Fidanzate, mogli e amanti come se piovesse. Curiosi di ogni genere e tipo, manager, ex manager, parenti & affini... e politici. Sì, perchè i politici una bella cappatina in pista, a gironzolare tra le vetturenon se la fanno mai mancare. Ancora si ricordano le epiche imprese della Fornero e della sua scorta di qualche anno fa... che già siamo qua con Renzi, pronto a dare il meglio di sé. Solo che quest'anno la faccenda politica sta proprio tutta su un altro piano. Ora siamo nel bel mezzo delle trattative tra Maroni ed Ecclestone per decidere circa il rinnovo del contratto con il circuito di Monza. Le cose stanno più o meno così: qui si ha bisogno di questo Gran Premio, perchè se a Monza togli anche quello ci rimane solo la monaca e poco altro, Maroni è convinto di star facendo la voce grossa mentre Ecclestone più o meno risponde Maroni chi? Quindi c'è stato bisogno di fare la voce grossa e porre degli ultimatum: infine il gioco mediatico del momento con tanto di finale con suspance. La faccenda era la seguente: se Renzi fosse salito sul palco a distribuire coppe a chi era sul podio era segno che gli accordi stavano andando in porto e si sarebbe dato così segno della partecipazione italiana al grande circo. Se Renzi non fosse salito sul palco sarebbe invece stato un segno di rottura. Domenica mattina, come da copione Renzi&family sono spuntati ai box Ferrari. Il figlio completamente di rosso vestito, Renzi vestito meglio ma con la trippa che sborda dai pantaloni. Abbiamo assistito a scene del tipo: Renzi che guarda i monitor con la bocca aperta, Renzi che messaggia con il cellulare, Renzi che fa una telefonata, Renzi che messaggia con il cellulare, Renzi che cincischia con il cellulare, il tutto ovviamente ripreso dalla regia internazionale, sempre sul pezzo. Poi il motore di Rosberg va in fumo, in Ferrari esultano, Hamilton battibecca con il grillo parlante e bandiera a scacchi. Tutti gli occhi puntati verso Renzi per capire cosa avrebbe fatto... ed effettivamente si mette in marcia verso qualcosa. Sul podio non compariranno nè lui, nè Maroni. Ma forse si è tirato indietro quando gli hanno comunicato che sarebbe dovuto stare zitto: consegnare una coppa, stringere una mano e togliersi dai piedi. Non fa per lui.

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