domenica 11 ottobre 2015

Russia 2015 - Gara

Per parlare del Gran Premio di Russia 2015 è necessario compiere una semplicissima operazione: prendere la gara, dividerla in tre e cercare di capire esattamente ciò a cui abbiamo assistito, tra un inquadratura e l'altra a quello che Putin stava facendo, guardando, salutando, dominando, si intende.
La prima parte, neanche a dirlo, è quella della partenza. C'era Nico Rosberg in pole, il suo compagno di squadra subito dietro. A stare a sentire i soliti ben informati si sarebbe potuto scommettere sul fatto che Rosberg fosse finito lì per puro culo, di certo il giro veloce buttato al vento da Hamilton in qualifica ha aiutato, in ogni caso cosa ci avrebbe riservato la domenica era ancora un mistero. Era un mistero anche le sorti delle due prime donne in prima fila allo spegnimento del semaforo rosso: Rosberg si sarebbe fatto fregare come quindici giorni fa o sarebbe stato in grado di reggere il testa a testa?
Incredibile ma vero: Rosberg, che ancora non ha del tutto superato la faccenda di non essere più "quello biondo" del team, supera a pieni voti la messa alla prova della partenza: e non solo una volta. A mezzo giro di distanza entra in pista la safety car: alla ripartenza ancora una volta Hamilton è costretto a mangiar polvere, perchè Nico dimostra, come se fosse necessario, che anche lui, in fondo, ci sa pure fare. Tre giri dopo la macchina gli va in pappa... e tutto quello che è successo sino a questo momento sarà solamente uno spreco di energia inverosimile. Tornato ai box con le pive nel sacco, regalerà la vittoria al compagno di squadra, al quale davvero non sembra vero quello che sta per accadere. 
Non sembra vero neanche alle due Ferrari, partite in quarta e quinta piazza, autrici di vari sorpassi (reciprochi) al via, che vedono ora rosso come i tori alla sola idea di mirare ad un podio. 
In realtà buona parte dei fattacci accadono un po' più indietro. All'altezza delle Sauber, della Force India di Hulkenberg, di qualcun altro che finisce ai box per farsi incipriare il naso... mentre la Safety car girava in pista per riportare ordine. Qualche giro dopo ancora una manciata di incidenti che ci fanno drizzare le orecchie, per poi far iniziare inesorabilmente la seconda parte di gara.
La seconda parte di gara è esattamente quella in cui non accade un accidente. Quella in cui, paradossalmente, ci si sarebbe anche potuti addormendare ed aspettare che arrivassero tempi migliori, per noi, per loro, per tutti. Tempi in cui i Gran Premi non siano solo quella inutile perdita di tempo compresa tra la partenza e la vittoria di Hamilton. Tempi in cui si possa tornare a non dover sperare che questa stagione finisca in fretta e ne inizi un'altra il prima possibile. 
Terza parte: ponendo il caso (ipotetico) in cui ci si fosse addormentati, la terza fase di gara avrebbe inizio nell'esatto istante in cui, dopo un malsano giro di pit stop, sfalsato rispetto ai progetti iniziali da quel doppio ingresso di safety car di cui alla prima parte, in terza piazza troviamo Sergio - Checo - Perez
Perchè sì: perchè era troppo semplice aver visto le due Ferrari certe di poter combattere contro Bottas per il miglior tempo al cambio gomme ed aspettarsi che, più o meno, fossero ancora tutti lì nelle prime posizioni. Dal nulla, dalla folle strategia dei pit stop, dallo strano incastro dei cambi gomme, Vettel è effettivamente piombato secondo, mentre Bottas e Raikkonen un po' più in là. Si mettono a lottare con cani e porci, perdono tempo in modo inutile, poi, finalmente, a pochi giri dalla fine sono vicini al podio: cercano di arruffarlo... e ci riescono. Contro lo strapotere della Williams e della Ferrari, pareva ovvio che una Force India nulla potesse pretendere... però in tutti questi giri un po' ci avevamo creduto. Avevamo sperato nella realizzazione del sogno di uno dei piccolini della retrovia e della sua possibilità, per una volta di farcela. I due finlandesi passano senza neanche chiedere permesso poi litigano. Giocano di prepotenza per un podio che, a dirla tutta e ad essere sinceri, non avrebbe cambiato niente per nessuno dei due. Ad un giro dalla fine è il destino che parla: Raikkonen su Bottas, Bottas a muro, Checo in terza piazza e sul podio. Neanche la sua di esistenza cambierà molto dopo questo podio... ma almeno ci ha donato un po' di speranza che le cose possano cambiare. Prima o poi.

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